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Okinawa Budo Sai 1998

di Paolo F. Spongia


Appena messo il naso fuori dall'aereo all'aeroporto di Naha ci ha subito accolto un caldo umido soffocante. Pare che questo sia stato, in Giappone, il mese di agosto più caldo degli ultimi decenni. Ben quindici praticanti sono venuti ad Okinawa dall'Italia per partecipare a questo importante evento che ha visto riuniti i praticanti della scuola del maestro Morio Higaonna giunti da tutto il mondo (erano rappresentate ben 44 nazioni ) per celebrare con un Gasshuku (allenamento intensivo) e altri eventi il 110°anniversario della nascita di Bushi Chojun Miyagi fondatore del Goju-Ryu.

L'appellativo di Bushi assume ad Okinawa un significato diverso che non in Giappone dove era usato per designare il Samurai, in Okinawa il titolo di Bushi viene attribuito ad un grande maestro di Karate-do che non solo abbia sviluppato ad altissimi livelli la propria arte ma che rappresenti anche un modello etico e spirituale.

Higaonna Sensei pur impegnatissimo negli ultimi preparativi del Budo Sai trova il tempo di venire in albergo a salutarci e invita me e Sensei Davide Incarbone ad andare la mattina seguente e le successive alle 7:00 al suo Dojo per allenarci.

La mattina seguente vivo uno degli allenamenti più duri della mia ventennale pratica.

Il termometro già alle 7:00 segna 35 gradi e l'umidità è al 95%. Nel Dojo sicuramente ci saranno dieci gradi in più che all'esterno (quando sono uscito, zuppo di sudore, al termine della pratica ho provato un brivido di freddo quando fuori c'erano più di 35 gradi!!).

Dopo Junbi Undo, fondamentali, Hojo Undo, all'ennesima ripetizione del Kata Sanchin sento che sto per svenire, ho fame d'aria, gli altri 10 praticanti canadesi, argentini, israeliani, non sembrano in condizioni migliori. Mi tornano alla mente le storie relative ai duri allenamenti di Chojun Miyagi sotto Kanryo Higaonna durante i quali ha perso i sensi più di una volta.

L'Higaonna Dojo è un piccolo dojo costruito al pianterreno della casa della madre di Higaonna Sensei, a pochi isolati dall’ultima abitazione e giardino-Dojo di Chojun Miyagi. Non ci sono spogliatoi ma solo un angolo dove ci si può cambiare dietro una tenda. Il pavimento in legno è consumato dall'uso e il Dojo è di certo l'esempio perfetto di un autentico Dojo,essenziale, dove tutto è finalizzato alla pratica senza orpelli e lussi inutili.

Durante la nostra permanenza a Naha abbiamo avuto un angelo custode d'eccezione,Kazu Kuramoto. Allievo di Higaonna Sensei è stato a Roma di passaggio nello scorso mese di aprile e Higaonna Sensei mi telefonò da Okinawa per chiedermi di occuparmi di lui, è stata l'occasione della nascita di un amicizia che si è consolidata durante la nostra permanenza a Naha. Kazu san ha fatto in modo che non ci mancasse nulla ed è stato con noi in ogni momento rimastogli libero dall'organizzazione del Budo Sai. Ci ha accompagnato a visitare luoghi che non avremmo mai scoperto da soli e a gustare la cucina di Okinawa in particolari ristoranti, dove, ogni sera, ha donato ad una diversa ragazza del gruppo una ballerina costruita in origami con un tovagliolino di carta.

Quando Higaonna Sensei è stato a Roma nel Febbraio 1997, abbiamo parlato a lungo della pratica Zen che entrambi condividiamo e del suo legame con l’arte marziale.

Mi promise che ad Okinawa mi avrebbe fatto conoscere il Maestro Sogen Sakiyama, ottantenne monaco Zen Rinzai, che in gioventù è stato discepolo di Chojun Miyagi, insegnante Zen di Higaonna Sensei nonché del fondatore del Matsubayashi Ryu Shoshin Nagamine, da poco deceduto.

Così è stato, Higaonna Sensei ha avvisato Sakiyama Sogen Roshi che il suo rappresentante italiano e cinque allievi (cinque allievi che praticano Zazen nel nostro Dojo) sarebbero andati al suo tempio a praticare Zazen e ad incontrarlo il giorno successivo.

Il pomeriggio del giorno dopo andiamo al piccolo tempio di Kozenji, che si trova a Shuri, proprio in prossimità del famoso castello e ci uniamo alla pratica di Zazen nel Dojo. Terminate le due sedute di meditazione seduta (o meglio contemplazione) intervallate dal Kin Hin (meditazione camminata) Sakiyama Roshi ci invita nelle sua stanza e ci offre del tè verde con dei dolci. Con la traduzione in inglese di un suo discepolo ci pone numerose domande sulla nostra pratica dello Zen e del Karate, all’inizio con una certa diffidenza, temendo probabilmente che fossimo degli occidentali alla ricerca di un esotico souvenir.

Dalle nostre risposte e dalle domande che gli poniamo si rende conto di avere a che fare con dei praticanti sinceri e si accende di entusiasmo e curiosità al sapere che in Italia pratichiamo lo Zen Soto nella più pura tradizione secondo l’insegnamento del Rev. F.Taiten Guareschi, maestro del tempio di Fudenji, erede nel Dharma di Deshimaru Roshi e Kodo Sawaki Roshi.

L’atmosfera diventa familiare e il Roshi ci invita a tornare nei giorni seguenti a praticare Zazen la mattina presto e a fermarci successivamente a ricevere il suo insegnamento.

Gli incontri avuti nei giorni successivi con Sakiyama Roshi sono stati densi di significato e meritano una trattazione a parte che sarà pubblicata nel prossimo numero. Il giorno prima del nostro rientro in Italia siamo andati per l’ultima volta a praticare con Sakiyama Roshi. Il momento dei saluti è stato toccante, l’anziano maestro ci ha confidato che gli sarebbe mancata la nostra compagnia e ci ha accompagnato alla porta del tempio e salutato calorosamente. Tutti noi ci auguriamo di rincontrare al più presto Sakiyama Roshi, chissà, magari invitandolo in Italia.

Il 20 Agosto ha avuto inizio ufficialmente il Gasshuku al Budokan di Naha.

Il Budokan è una moderna struttura, costruita di recente, che esternamente ricorda la schiena di un drago. Prima di salire lo scalino nell’ampio ingresso si tolgono le scarpe. La struttura è composta di quattro sale, due al pianterreno, di cui una, grandissima, con gli spalti per il pubblico e una per piano ai piani superiori. Ogni sala di pratica misura come minimo 400 metri quadri e tranne quella all’ultimo piano, ricoperta di tatami, le altre sono tutte pavimentate in splendido parquet. Tutte le sale ospitano quotidianamente allenamenti di varie arti marziali, abbiamo visto allenarsi aikidoka, judoka, karateka, praticanti di naginata, kendo, iaido e all’esterno, su di una caratteristica pedana rialzata in terrabattuta i suggestivi allenamenti di sumo.

Il Gasshuku è stato suddiviso in tre livelli. In una sala ci siamo allenati i Chief Instructors, responsabili nazionali dei paesi aderenti alla IOGKF a partire dal terzo dan. Al secondo piano le cinture nere 1° e 2° dan, al terzo piano i kyu.

Il Maestro Higaonna, Sensei Kazuo Terauchi, Sensei Jiuichi Kokubo, a rotazione hanno condotto la pratica di tutti i livelli. I capo istruttori, oltre ad essere guidati dai tre grandi insegnanti sopra citati hanno avuto l’onore di essere allenati direttamente da Sensei Shuichi Aragaki, allievo diretto di Chojun Miyagi, e da Sensei An’Ichi Miyagi, discepolo-successore di Chojun Miyagi e insegnante di Morio Higaonna.

Le lezioni sono state, come sempre, entusiasmanti e impegnative. Sensei Shuichi Aragaki, 70 anni compiuti, ha impressionato tutti per la velocità e coordinazione delle sue tecniche a mano aperta e kyusho Jiutsu. Agile ed elastico, ha dimostrato come la pratica ininterrotta e costante sia il solo segreto per mantenere la salute e l’efficacia anche in età avanzata.

Sensei Aragaki e Sensei An’Ichi Miyagi hanno a più riprese tenuto interessanti insegnamenti storici, ricordando episodi della loro pratica e vita accanto a Chojun Miyagi, facendoci rivivere quell’atmosfera familiare che loro stessi hanno vissuto a fianco del grande maestro.

Alcune note relative a questi insegnamenti sarano pubblicate prossimamente.

Il primo pomeriggio i capo istruttori guidati da Sensei Morio Higaonna si sono recati alla tomba del fondatore Chojun Miyagi e un intenso momento di commozione si è letto sui volti di tutti quando è stata offerta una corona di fiori a forma di Kenkon ( il simbolo della famiglia di C. Miyagi e simbolo della IOGKF) ed ognuno ha offerto una rosa e un bastoncino di incenso sulla tomba (io ho offerto l’incenso che è passato di mano in mano tra gli allievi della Tora Kan, durante una breve cerimonia tenutasi nel nostro Dojo). Nel cuore di ognuno si è così rinnovato il giuramento di preservare integro per le future generazioni il tesoro culturale rappresentato dal Goju-Ryu di Okinawa.

Tornando in albergo dalla visita alla tomba del fondatore mi è tornata alla mente una foto pubblicata qualche tempo fa su ‘Samurai’ allegata ad una discutibile intervista a Sensei E. Miyazato.

La foto ritrae il M° Miyazato con Merriman e un’altra persona seduti sulla tomba a bere coca cola.

Come si possono vivere differentemente i luoghi e le situazioni!

Gli allenamenti quotidiani del Gasshuku sono stati inframmezzati da interessanti conferenze e meeting. Tra i quali un Symposyum dal titolo: ‘ Il Karate di Okinawa, condizione presente e prospettive future’, al quale hanno preso parte con un intervento tra gli altri: Sakiyama Roshi, il M° Katsuya Miyaira, fondatore dello Shorin Ryu, il prof. Tamotsu Nakamura della Ryu Kyu University e Sensei Leon Pantanowitz, capo istruttore d’Israele e membro del comitato esecutivo IOGKF. Anche questi interessanti interventi meritano una pubblicazione a parte (l’interventi di Sakiyama Roshi è su questo numero).

Non sono mancate visite ai luoghi storici del Goju-Ryu: il giardino dojo e ultima abitazione di Chojun Miyagi, e grazie all’aiuto di Kazu san abbiamo potuto visitare un ‘museo’ del karate che il maestro Tetsuhiro Hokama ha costruito nel suo Dojo raccogliendo antichi strumenti d’allenamento, foto storiche e documenti rarissimi.

Domenica 23 Agosto al Budokan, si è tenuto il Budo Sai, grande manifestazione che ha celebrato l’anniversario della nascita di Chojun Miyagi offrendo, al un pubblico intervenuto numeroso, dimostrazioni che hanno mostrato tutti gli aspetti della pratica del Goju-Ryu: Kata, Bunkai, Iakusoku Kumite, Kakie, Hojo Undo..

Straordinaria è stata l’esecuzione del Kata Suparinpei e del Kakie da parte di Higaonna Sensei.

Si sono esibiti inoltre i capo istruttori IOGKF e come graditi ospiti: Tsuguo Sakumoto, già campione del mondo di kata, con Anan, Sensei K. Miyahira, fondatore dello Shorin Ryu e un’anziano maestro di Uechi Ryu che ha impressionato per la prestanza fisica.

Ma il momento più denso di significato della manifestazione è stato senz’altro quando durante la cerimonia d’apertura, ha preso la parola un giapponese vestito con un tradizionale kimono bianco, presentato come rappresentante del comitato olimpico giapponese, che ha offerto a Higaonna Sensei un diploma e con voce decisa e tono piuttosto aggressivo, ha invitato Higaonna sensei e la sua organizzazione ad aderire al progetto di ingresso del karate alle olimpiadi promosso da lui stesso e da Kunio Tatsuno.

Questo inatteso intervento ha creato un certo imbarazzo. Higaonna Sensei, presa la parola, con l’onestà e la coerenza che gli sono propri ha rifiutato l’offerta affermando che il suo pensiero e la sua pratica sono diametralmente all’opposto del karate olimpico e ha aggiunto che il l’ingresso del karate alle olimpiadi significherebbe la morte del Karate-do tradizionale.

Alla replica di Higaonna sensei è seguito un applauso di 10 minuti da parte degli allievi della sua scuola.

Il Budo Sai prosegue con il torneo dimostrativo di Iri Kumi. L’Iri Kumi è la forma di combattimento libero che si esercita nei dojo di Okinawa Goju-Ryu IOGKF in cui è previsto il contatto pieno e sono permessi i calci alle gambe le prese, gyakute, leve articolari e ne waza, lotta a terra.

Il torneo si è svolto tra i migliori combattenti del mondo tra i quali spiccava Yamashiro Katsuya, allievo di Higaonna Sensei, duro combattente nei 65 kg., che a 40 anni compiuti, ha vinto innumerevoli tornei full contact in Giappone e Okinawa. Yamashiro ha perso in finale contro il sorprendente Kazako Duisenbayev.

Nel pomeriggio dell’ultimo giorno del Gasshuku si è tenuta la sessione d’esame alla quale abbiamo preso parte in dodici. Oltre a me, un praticante australiano reduce dal torneo di iri kumi, esaminati per il quarto dan, c’erano l’israeliano Pantanowitz esaminato per il settimo dan ed altri praticanti australiani, moldavi, danesi per il primo, secondo e terzo dan.

Già quarto dan WKF e con i tempi ampiamente maturi per l’esame a quinto dan, quando cominciai a seguire la sua scuola Higaonna Sensei mi graduò Sandan, per verificare se il mio autentico interesse fosse nella pratica e non nei gradi.

Ad Okinawa, mi ha invitato a sostenere l’esame per Yondan, un grado molto alto nella sua scuola, dove i gradi devono essere ampiamente meritati e non vengono elargiti con facilità.

L’esame IOGKF con Higaonna Sensei è famoso per essere durissimo, una vera prova fisica ma soprattutto mentale. Non è raro che qualcuno non arrivi a terminare le prove e si ritiri sfinito.

C’è inoltre da premettere che la mattina stessa avevamo allenato per quattro ore e mezza il kata Suparinpei con Higaonna Sensei, particolare che ha reso ancora più dure le quattro ore d’esame. Ad Okinawa abbiamo avuto oltre ad Higaonna Sensei un’esaminatore d’eccezione: Shuichi Aragaki Sensei, allievo del fondatore.

Fondamentali, tutti i kata in successione, i bunkai di tutti i kata in successione, kakie, combattimento iri kumi contro tutti gli altri candidati Yudansha e infine dulcis in fundo hojo undo, esercizi di potenziamento.

E’ stata una grandissima soddisfazione superare questa dura prova. Esemplare è stata la prova dell’israeliano Pantanowitz che a 60 anni ha dimostrato come lo spirito permetta di superare i limiti del tempo e ha ottenuto il 7° dan, il più alto grado della scuola, posseduto da pochissimi al mondo nella IOGKF.

Il giorno successivo si è tenuto il tradizionale Sayonara Party in un lussuoso Hotel di Naha. Ogni rappresentativa ha offerto un breve show durante il party sul palco della sala dei ricevimenti.

Noi, sprovveduti, non avevamo preparato nulla, così abbiamo improvvisato riscuotendo un discreto successo: ‘Roma non fa la stupida stasera’ come augurio per il Gasshuku Europeo che si terrà a Roma nel 2001.

Non senza una certa commozione la grande famiglia IOGKF si è salutata dandosi appuntamento al Gasshuku Europeo nel 1999 in Belgio.

Grazie Higaonna Sensei, grazie Okinawa e arrivederci.

© Copyright P. Spongia 1999


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