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APPUNTI DI VIAGGIO

Di Giuseppe Manzari


Se ne parla per un anno intero e poi all’improvviso l’evento ti piomba addosso e si parte per la Svezia (succederà così anche per il Gasshuku di Roma nel 2001).

Non so per gli altri, ma per quelli della mia generazione la Svezia ha rappresentato il mito della libertà individuale e sociale negli anni ’60 – ’70, mito che con l’evolversi dei costumi e nell’era del villaggio globale ha perso di significato. Resta comunque la curiosità per questo paese, patria del premio Nobel, dell’ecologia e…..delle belle donne.

Sensei Spongia ci ha preceduti di due giorni come tutti i Capi istruttore e ci ha già informato del tempo (non propriamente estivo), e Silvia Arriga è partita un giorno prima per una scelta di compagnia aerea. Il resto del gruppo italiano si ritrova all’aeroporto di Fiumicino davanti al check-in della Swissair che con scalo a Zurigo ci porterà a Stoccolma: Beppe Manzari, Daniela Manzari, Roberto Ugolini, Pino Berardi, Antonello Longo, Paola Favale, Maurizio Michisanti, Alessandra Menghini, Maurizio Somigli con la fidanzata Romina Feliciangeli. Allegria, eccitazione e cameratismo i sentimenti che tutti proviamo.

Il viaggio è tranquillo e divertente con Pino Berardi che imita Verdone e Antonello che finge (????) di avere paura dell’aereo. Atterrati all’aeroporto di Arlanda, un gentile membro dell’organizzazione svedese ci accompagna con un pulmino a Boson, meraviglioso centro olimpico di Stoccolma sede del Gasshuku.

Il posto è incantevole, circondato da un bosco e lambito dalle acque di uno dei tanti canali che circondano le isole di Stoccolma.

Durante le passeggiate pomeridiane ci è capitato di imbatterci in cerbiatti, scoiattoli, lepri,….mancava solo Biancaneve e i 7 nani.

La situazione alloggiativa ha fornito un ragionevole confort agli occupanti le stanze di albergo. La stessa cosa non può dirsi per il sottoscritto e per Sensei Spongia, che avendo scelto la Summervillan ( casa di legno su due piani, con varie stanze, che hanno ospitato 25 persone tipo comune hippy, con a disposizione due soli water ), molto più simile ad una casa degli spiriti che ad uno chalet.

In ogni caso ci siamo adattati a questa situazione decisamente “spartana” e questo piccolo contrattempo non ha minimamente inquinato lo spirito del Gasshuku: praticare insieme, sudare insieme, sentirsi accomunati da un ideale condiviso senza riserve.

Ho ritrovato praticanti che avevo incontrato lo scorso anno in Belgio, ed è stato commovente l’affetto e l’amicizia che mi hanno dimostrato, come se fossimo amici di vecchissima data…..un’atmosfera unica che andrebbe respirata in prima persona per comprenderne completamente il significato.

Le ore di pratica sono state ricche di spunti e di suggerimenti per il lavoro che dovrà essere portato avanti una volta tornati nei nostri paesi, ma il tesoro più prezioso che regala questo evento è il rinnovo dell’entusiasmo e della voglia di progredire.

Il confronto costante con atleti provenienti da altri paesi non alimenta lo spirito competitivo, ma al contrario fa nascere spontaneamente un sentimento di cooperazione teso alla reciproca crescita nella direzione tracciata da Sensei Higaonna per la salvaguardia della tradizione.

Oltre all’allenamento, la regia svedese non ha previsto nessun tipo di attività ricreativa per riempire il tempo libero.

Poco male considerando la relativa semplicità con cui si è potuto raggiungere il centro di Stoccolma, meta di ripetute escursioni turistiche.

Va inoltre considerato che la bellezza del parco che ci ha ospitato e la compagnia, numerosa e cosmopolita, non ha consentito pause di noia.

In questo clima stimolante il tempo è volato come un soffio e ci siamo ritrovati al sayonara partyincreduli che tutto fosse già finito.

Già, il sayonara party, l’ultima occasione per riunirci tutti in allegria con cena, balli, virtuosismi canori degli atleti (abbiamo tentato di tenere alto l’onore dell’Italia cantando “Volare” che ha riscosso apprezzamenti ma non i voti della giuria) e tanta birra.

Alla fine un arrivederci a tutti a ROMA 2001.

 

La simpatica foto ritrae il gruppo italiano mentre, percorrendo il viale che porta a Boson, incontra, gradita sorpresa, Higaonna Sensei sorridente (la piccola figura chiara che procede verso il gruppo), al ritorno dal suo allenamento solitario nei boschi svedesi.


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